Le radiofrequenze sono un tipo particolare di elettricità con una frequenza di 500.000 cicli al secondo che possono essere usate con lo scopo di eseguire una termoablazione o una neuromodulazione.
Con la radiofrequenza continua (RF) si possono eseguire anche termoablazioni di tessuti tumorali in organi parenchimatosi o ossei, ma nello specifico di questa semplice trattazione si vuole spiegare quali sono i protocolli di applicazione della procedura a radiofrequenza continua e pulsata (PRF) nelle patologie dolorose acute, ma soprattutto croniche del rachide e nelle cefalee.
La strategia di questo tipo di approccio parte proprio dalla considerazione che in molti pazienti la sindrome “dolore” è talmente importante che lo stesso non debba più essere ritenuto un sintomo, ma una malattia.
I meccanismi del dolore rachideo sono plurifattoriali e nel caso in cui a sottenderlo non vi siano problematiche organiche di tipo tumorale o francamente traumatico, tutte le altre cause, a meno della coesistenza di deficit neurologici importanti, pongono il medico di fronte a opzioni terapeutiche o francamente conservative (terapia farmacologia o fisioterapia) o drasticamente chirurgiche (artrodesi con impianti metallici, protesi, etc.). Questi due atteggiamenti terapeutici, così estremi, spesso generano una distanza abissale tra medico e paziente poiché il salto immediato da una pastiglia o un massaggio, a una anestesia generale con un taglio nella schiena di diversi centimetri risulta incomprensibile e sempre più spesso inaccettabile.
La denervazione con radiofrequenze di “bersagli” specifici della colonna vertebrale è una procedura per cutanea, eseguibile in “seduta unica” in regime di day hospital, che utilizza un semplice ago al cui interno viene introdotto un elettrodo collegato a un generatore. Il paziente è ben sveglio e cosciente e necessita al massimo di un piccolo bottone cutaneo di anestesia locale, spesso neanche di quello. Questa procedura, come dimostra l’esperienza clinica, se l’indicazione è corretta, è in grado di colmare, grazie al principio della mini-invasività, il divario esistente tra la terapia conservativa e chirurgica aperta.
Il meccanismo di azione della PRF è quello di determinare un “cambiamento” del comportamento del nervo nel senso di una rimodulazione congrua del segnale che viene trasmesso dalla periferia al corno dorsale del midollo spinale e da qui al talamo, una struttura nervosa del cervello dove l’impulso elettrico “dolore” viene percepito come “sensazione cosciente”. Questo aspetto appare determinante nei dolori definiti “centralizzati” e che pesano sul paziente come una condanna a dover “convivere con il dolore”.
Tale azione è reversibile, la procedura può essere ripetuta.
Secondo la letteratura esistente la durata dell’effetto benefico varia da 6 mesi a molti anni.
Nella casistica personale del Dr. Rosati oltre 1'000 pazienti trattati sono liberi dal dolore, solo due pazienti hanno ripetuto la procedura (15 minuti) a distanza di un anno (due casi nei quali era stata posta l’indicazione a una fissazione posteriore della colonna con strumentazione in titanio!).
Nel caso delle Radiofrequenza Continua (applicabile nella cosiddetta denervazione delle faccette) si esegue anche una termoneuroablazione e in questo caso gli effetti sembrano essere ancora più duraturi.
Il rischio di complicazioni, in mani esperte, è assente!
Indicazioni: Sindromi dolorose delle faccette articolari della colonna lombare, toracica e cervicale (associate o no a discopatia degenerativa o spondilolistesi) e della sincondrosi sacroiliaca, sciatalgia o brachialgia su ernia discale lombare, cervicale o stenosi foraminale, claudicatio radicolare per canale stretto, cefalea cervicogenica (che origina dall’artrosi cervicale o dalle sindromi da “colpo di frusta”) e alcune forme di cefalea a grappolo ed emicrania associate o meno a nevralgia trigeminale. Nei casi di fallimento di interventi chirurgici alla colonna con persistenza cronica di dolori causati dalla formazione di “cicatrice esuberante e di aderenze”.
Alcuni casi nei quali è stata eseguita la radiofrequenza continua e pulsata sulla branca mediale del ramo posteriore primario lombare in casi di lombalgia invalidante. Non è necessaria alcuna degenza post-procedurale.
Un caso di procedura a radiofrequenze sul Ganglio della Radice Dorsale a livello lombare in un caso di fallimento di terapia di decompressione osteolegamentosa del canale lombare e artrodesi con barre e viti in titanio per stenosi acquisita con persistenza di una sciatica invalidante. Paziente dimessa a domicilio subito dopo la procedura.
Procedura a radiofrequenza continua e pulsata sulla branca mediale del ramo posteriore primario di una paziente con dolori cronici alla colonna dorsale. Dimessa a domicilio subito dopo la procedura.
Procedura a radiofrequenza continua e pulsata sul Nervo Grande e Piccolo Occipitale per una grave cefalea occipitonucale residuata dopo una frattura della seconda vertebra cervicale (cefalea cervicogenica). In questi casi la procedura può essere eseguita in ambulatorio poiché non necessita alcuna apparecchiatura radiologica.
|